L’oro è da tempo una delle cose più preziose per l’umanità. Eppure la maggior parte delle persone non ha idea del dove si trova l’oro, e dove siano le più grandi miniere d’oro.
La ricerca ed estrazione dell’oro oggi è diventata un’operazione che richiede grossi investimenti e tecniche all’avanguardia con approfonditi studi ingegneristici.
Immagina un pozzo di estrazione situato 3 o 4 Km sotto terra che richiede fino a 2 ore di tempo ai minatori per raggiungere il posto di lavoro. Immagina una fossa così grande che possa essere vista dallo spazio.
Ci vuole un gran lavoro di ingegneria per progettare e realizzare tutto questo … senza dubbio!
Non serve usare più di tanto l’immaginazione, questa è la pura realtà che sta dietro le 10 miniere d’oro più produttive al mondo.
Ecco dove sono le miniere d’oro più redditizie.
1. Area di Witwatersrand (Johannesburg, Sudafrica)
Situata nel Sudafrica, l’area di Witwatersrand rappresenta la più ricca miniera d’oro scoperta fino ad oggi. Si stima che il 40% di tutto l’oro estratto sia uscito da questa miniera. Nel 1970, la produzione del Sud Africa rappresentava il 79% della produzione aurifera mondiale. Tuttavia nel 2009 la quota del Sudafrica nella produzione mondiale di oro era scesa a meno dell’8%.
La miniera nel bacino di Witwatersrand è realizzata scavando tunnels sotterranei necessari per raggiungere le riserve ancora abbondanti in profondità. La miniera di Tau Tona è caratterizzata dal tunnel più profondo al mondo essendo localizzato a circa 3 Km sotto la superficie della terra.
Un imponente sistema di ventilazione e climatizzazione è indispensabile per creare condizioni di lavoro adeguate negli oltre 800 Km di gallerie.
Ai suoi livelli più profondi la temperatura dell’aria raggiunge i 55° C.
La miniera è così estesa che i lavoratori impiegano due ore intere dalla superficie per raggiungere le sezioni più profonde. Qui devono poi combattere con possibili sacche di gas letali, acqua e uno sciame continuo di piccoli terremoti.
La scoperta dell’oro in quest’area risale al 1886 per opera del minatore australiano George Walker. Con la sua scoperta scatenò una delle più grandi corse all’oro della storia.
L’area circostante divenne la città di Johannesburg. Questa in 10 anni diventò la più grande città del Sud Africa. L’enorme afflusso di stranieri (soprattutto britannici) creò dissapori tra i precedenti coloni olandesi. L’imposizione di tasse pesanti e la limitazione dei diritti di voto portò alla guerra del 1899.
fonti
http://www.mbendi.com/indy/ming/gold/af/sa/p0005.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Gold
http://en.wikipedia.org/wiki/Witwatersrand_Gold_Rush
Megastructures del documentario nazionale nazionale: Tau Tona City of Gold.
Kitco.com
2. Carlin Trend (Nevada, Stati Uniti)
Per oltre un centinaio di anni, i cercatori d’oro degli Stati Uniti Occidentali hanno completamente sottovalutato una delle miniere d’oro più ricche del mondo. Conteneva quello che oggi è chiamato oro invisibile.
Storicamente, la maggior parte dei giacimenti d’oro sono stati scoperti grazie alla presenza di vene o depositi visibili a occhio nudo. Non fu così per la zona del Trend Carlin situata nel nord-est del Nevada. Le sorgenti primarie che contenevano l’oro dissolto hanno depositato il metallo nel sedimento in particelle così piccole da renderne difficile l’individuazione anche con un microscopio e quindi impossibile da trovare usando le vecchie tecniche convenzionali o strumenti manuali.
Nel 1961, John Livermore, un geologo della Newmont Mining, si avventurò alla ricerca di questo oro invisibile basandosi su alcune idee pubblicate un anno prima da un noto geologo Ralph Roberts.
Non ci volle molto tempo prima che Livermore trovasse quello che stava cercando in una zona conosciuta come la Carlin Trend. Questo deposito rappresenta il primo individuato per questa tipologia di sedimenti.
Le successive scoperte di aree simili in Cina ed in Macedonia vennero identificate appunto come di tipo Carlin Trend.
Nella miniera di Newmont iniziarono le estrazioni nel 1965. Da allora l’area è diventata uno dei giacimenti d’oro più ricchi del mondo. La miniera di Open pit è la più estesa della Carlin Trend.
La produzione d’oro nello stato del Nevada, quasi esclusivamente dalla Carlin Trend, rappresenta quasi l’80% dell’oro estratto negli Stati Uniti. Se il Nevada fosse una nazione, rappresenterebbe il 4° produttore al mondo in termini di produzione totale d’oro.
fonti
http://www.mining-technology.com/projects/carlin/
http://en.wikipedia.org/wiki/Carlin-type_gold_deposit
http://www.mining-technology.com/projects/carlin/
http://en.wikipedia.org/wiki/Carlin_Unconformity
http://www.mininghalloffame.org/inductee.asp?i=156&b=inductees.asp&t=n&p=L&s=
http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,958839-1,00.html
Foto: globalwarming-arclein.blogspot.com
3. Irian Jaya (Indonesia)
In uno dei punti più inaccessibili del mondo si trova il deposito unico d’oro più grande e il terzo giacimento di rame mai scoperto. Situata sulle montagne di Irian Jaya, in Indonesia, ad un’altitudine di 4.200 m, si trova la miniera di Grasberg.
A due miglia di distanza si trova il suo predecessore, la miniera Ertsberg.
La loro costruzione rappresentò una vera e propria impresa da parte di Freeport McMoRan. E’ stata argomento di un episodio della trasmissione Super Structures trasmessa da Discovery Channel.
Il lavoro iniziale nella miniera di Ertsberg iniziò nel 1967 con la costruzione di un ponte e una strada di 40 Km attraverso la giungla circostante. Alberi abbattuti, bulldozers per aprirsi la strada in una giungla tropicale fitta e su di un terreno impervio.
La sezione finale della strada di montagna fu costruita in cima ad una cresta così stretta che il primo passaggio di stabilizzazione del terreno fu fatto con bulldozers molto piccoli.
Muovere il minerale estratto dalla montagna risultò un processo molto più economico: veniva semplicemente fatto cadere per 700 metri sino a raggiungere i macchinari di lavorazione sottostanti.
Il minerale lavorato veniva miscelato con l’acqua per creare una malta liquida di oro e rame. Questa veniva pompata per 110 km sino al mare. Da lì, la sospensione veniva concentrata e il minerale quindi trasportato nelle fonderie in tutto il mondo.
Tra le miniere d’oro dell’Indonesia, quella di Ertsberg operò dal 1972 finché non si esaurì nella metà degli anni ’80. Nel 1988, Freeport McMoRan scoprì l’enorme giacimento minerale attiguo che ancora oggi funziona così come la miniera di Grasberg.
La produzione d’oro era di quasi 71 tonnellate nel 2009.
fonti
http://en.wikipedia.org/wiki/Grasberg_mine
http://www.novariant.com/mining/documents/International_Magazine_2009_12.pdf
Grasberg: miniera d’oro nel cielo. Super Strutture. Discovery Channel
http://www.thejakartaglobe.com/business/indonesian-freeports-grasberg-mine-records-big-fall-in-output/405163
Foto: http://www.flickr.com/photos/skytruth/sets/72157619423822183/
4. Il Super Pit (Kalgoorlie, Western Australia)
Il Super Pit, situato a Kalgoorlie, nell’Australia occidentale, è la più grande miniera aperta del Paese. Si estende su una superficie di quasi otto kilometri quadrati ed è abbastanza grande da essere visto dallo spazio.
Lo scavo è iniziato dopo che numerose miniere d’oro sotterranee sono state acquisite dalla Kalgoorlie Consolidated Gold Mines. Ancora oggi le operazioni di scavo occasionalmente incrociano i vecchi tunnels minerari completi di attrezzature minerarie abbandonate!
Il Super Pit copre un’area conosciuta come il Golden Mile, un nome che risale alla corsa all’oro originaria del tardo 19° secolo. Durante questo periodo, il campo è stato considerato il più ricco miglio quadrato del mondo. L’attività di estrazione è continuata per oltre 100 anni e il Super Pit dovrebbe rimanere in produzione almeno ancora per il 2017.
Una volta esaurita, si autorizzerà il riempimento della miniera con acque sotterranee; un processo che potrebbe richiedere 50 anni.
La città di Kalgoorlie è stata costituita nel 1893 con l’arrivo in zona dei primi cercatori d’oro. La successiva corsa all’oro ha visto una vertiginosa crescita demografica, che ha portato temporaneamente ad una popolazione di quasi 200.000 persone.
Fu durante questo periodo che nacquero i famosi bordelli della Hay Street di Kalgoorlie. Parallelamente alle miniere d’oro della zona, sono stati continuamente in attività per più di un secolo e ancora oggi fanno parte integrante della comunità.
Oggi, Kalgoolrie ha una popolazione di meno di 30.000 con circa un quarto dei suoi lavori sono legati direttamente all’estrazione.
fonti
http://www.mbendi.com/indy/ming/gold/au/au/p0005.htm
http://goldoz.com.au/172.0.html
http://www.nullarbornet.com.au/towns/kalgoorlie.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Kalgoorlie,_Western_Australia
http://www.itourist.com/guides/destinations/article/110057
Foto: http://www.superpit.com.au/PhotoLibrary/Processing/tabid/177/Default.aspx
5. Yanacocha (Perù)
Situata sulle alte montagne delle Ande, con parti che raggiungono altezze superiori di quasi 4000 metri, si trova il complesso minerario conosciuto come Yanacocha.
Coprendo circa 60 miglia quadrate, è la più grande miniera d’oro dell’America Latina, probabilmente la seconda più grande del mondo, ed è riconosciuta come uno dei siti più redditizi del mondo.
Yanacocha è la più grande tra le miniere d’oro gestite dalla Newmont Mining ed è il fiore all’occhiello della società. Con quasi 2 miliardi di dollari investiti nella miniera, Newmont ha pienamente recuperato l’investimento arrivando ad oltre 7 miliardi di dollari in controvalore di oro estratto fino ad oggi.
Se vuoi sapere come riconoscere l’oro ho scritto un articolo dedicato.
Nel 1994, è scoppiata una battaglia legale per Yanacocha tra la Newmont Mining e il suo partner francese BRGM dopo che BRGM ha tentato di vendere la propria partecipazione ad un rivale della Newmont.
Una decisione controversa dell’alto tribunale peruviano ha permesso a Newmont e al suo partner locale Buenaventura di acquistare la quota di BRGM.
Dalla sua apertura nel 1993, Yanacocha ha prodotto più di 730 tonnellate d’oro.
fonti
Perù: La maledizione dell’oro Inca. Frontline World. 2005. http://www.pbs.org/frontlineworld/watch/player.html?pkg=404_peru&seg=1&mod=0
http://www.nytimes.com/2005/10/25/international/americas/25GOLD.html?pagewanted=1&_r=1
http://www.nodirtygold.org/cajamarca_peru.cfm
http://www.mbendi.com/indy/ming/gold/sa/pe/p0005.htm
Foto: http://it.wikipedia.org/wiki/Yanacocha
6. Gold Country (California, Stati Uniti)
Gold Country è il nome comune dato alla zona sul pendio occidentale delle montagne della Sierra Nevada e che si estende lungo quella che oggi è la Highway 49 in California.
Fu la scoperta dell’oro in questa zona che ha diede il via alla famosa California Gold Rush del 1848-1855. Nell’arco di pochi anni dalla scoperta, quasi 300.000 persone accorsero in California per cercar fortuna. La popolazione di San Francisco passò da 1.000 a 25.000 nel solo anno 1850.
Inizialmente, i cercatori d’oro si dedicarono esclusivamente alla tecnica del setaccio, ma successivamente si passarono a tecniche idrauliche per estrarre i sedimenti dalle rocce. Si stima che circa 550 tonnellate d’oro siano state raccolti utilizzando questi metodi intensivi di estrazione.
Alla fine, la corsa all’oro ha ceduto il posto all’estrazione di minerali convenzionali.
Importante fu la miniera d’oro di Kennedy a Jackson, che nel 1920 contava 240 km di gallerie sotterranee che raggiungevano profondità di 1800 metri. Già da prima della Guerra la miniera era abbandonata ed è rimasta tale sino al 1961 quando la proprietà di 152 acri fu acquistata da un insegnante di ceramica per 41.600 dollari. Lì ha vissuto fino alla sua morte nel 1994. Ora, è conservato come sito storico.
Con l’aumento del prezzo dell’oro negli anni ’70, è ripreso l’interesse per la zona e sono state aperte diverse miniere utilizzando le più moderne tecniche di estrazione mineraria.
Alla fine degli anni ’80, la maggior parte di queste miniere d’oro aveva cessato le operazioni a causa del prezzo dell’oro tornato a scendere. Uno in particolare, la miniera di Harvard presso Jamestown, ha continuato le operazioni di estrazione sino al 1995 con una produzione superiore alle 2,8 tonnellate d’oro all’anno.
fonti
http://virtual.yosemite.cc.ca.us/ghayes/goldrush.htm
http://www.kennedygoldmine.com/files/history2s.pdf
http://en.wikipedia.org/wiki/California_Gold_Rush
http://en.wikipedia.org/wiki/Gold_country
7. Homestake Mine (South Dakota, Stati Uniti)
Quando la Miniera Homestake del Lead, in South Dakota cessò le operazioni nel 2002, era la miniera d’oro più grande e più profonda dell’emisfero occidentale. Il bilancio totale di oltre 125 anni di produzione continua ammontava a quasi 1130 tonnellate d’oro.
La società di gestione della miniera di Homestake è stata costituita nel 1877 quando George Hearst, padre del mogul mediatico William Randolph Hearst, ha acquistato il primo lotto di terreno per 70.000 dollari.
Attraverso una serie implacabile di acquisizioni (non sempre legali), alla fine aveva assicurato il controllo su 8.000 ettari. Durante questo periodo più di una persona che si era rifiutata di vendere, o aveva parlato pubblicamente contro la società, era andato incontro a episodi di violenza.
In un caso un proprietario terriero non accondiscendente alle richieste fu ucciso da un dipendente della stessa Homestake Mining. Dipendente che è stato successivamente assolto dopo la scomparsa del testimone. La serie tv della HBO intitolata Deadwood è il racconto fiction di questa storia.
La Miniera Homestake divenne anche un centro per la ricerca e studio fisico delle particelle. Alla fine degli anni ’60, Raymond Davis Jr. guidò la squadra che per prima riuscì ad individuare e contare i neutrini solari usando un grande collettore situato nella profondità della miniera. Questi esperimenti continuarono sino al 1994. Nel 2002, Davis ha condiviso il Premio Nobel per la Fisica per il suo lavoro presso la miniera Homestake.
Nel 2007 la National Science Foundation ha dato il suo consenso a costruire il Laboratorio di Scienza e Ingegneria Sotterranea (DUSEL) nelle miniere di Homestake utilizzando la sua profondità di 2400 metri.
fonti
http://www.homestakevisitorcenter.com/
http://www.int.washington.edu/DUSEL/story.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Homestake_Mine_(South_Dakota)
http://en.wikipedia.org/wiki/George_Hearst
http://en.wikipedia.org/wiki/Deep_Underground_Science_and_Engineering_Laboratory
8. Isola di Lihir (Papa Nuova Guinea)
In quale esotica e remota località si può trovare una delle più grandi miniere d’oro del mondo? Se si parte da Port Moresby, in Papua Nuova Guinea e si ci dirige per 800 km a nord-est nel mare di Bismarck, si raggiunge la piccola isola di Lihir dall’altra parte della Nuova Irlanda. È sul lato est dell’isola che la Newcrest Mining gestisce la sua miniera d’oro Lihir.
L’isola di 320 km quadrati è stata formata da un vulcano che si erge per 2,300 metri sopra il livello del mare. L’oro è stato inizialmente scoperto durante le esplorazioni nel 1983 e la produzione è iniziata nel 1997. Data l’estrema vicinanza dalla superficie del mare, devono essere utilizzate pompe di grandi dimensioni per evitare l’allagamento della miniera stessa.
La miniera si trova su un’area geotermica attiva. Sono stati praticati fori per diminuire la pressione dei gas. Questi stessi gas vengono utilizzati per alimentare un generatore che fornisce il 75% del fabbisogno energetici delle miniere d’oro. Le espansioni future includono la possibilità di utilizzare l’energia geotermica per alimentare il 100% della struttura.
I miglioramenti alla miniera dovrebbero permettergli di produrre 28 tonnellate d’oro all’anno entro il 2020. Le risorse totali sono stimati a 1130 tonnellate.
fonti
http://antigoldgreece.wordpress.com/2009/02/07/canadian-companies/
http://en.wikipedia.org/wiki/Lihir_Island
http://www.miningweekly.com/article/lihir-gold-says-png-expansion-to-over-1mozy-on-schedule-2010-07-28
http://www.mining-technology.com/projects/lihir/
9. Dawson City (Yukon Territory, Canada)
Nel luglio 1897, i giornali di San Francisco riportarono la storia dei minatori dello Yukon che arrivavano con borse di oro appena estratto. Da quel momento partì la famosa la corsa all’oro di Klondike.
Oltre 100.000 cercatori speranzosi si lanciarono nel pericoloso viaggio verso Dawson City, ma solo circa 30.000 ci arrivarono.
Il viaggio verso lo Yukon iniziava con una facile gita in barca dalla costa occidentale degli Stati Uniti sino a Skagway in Alaska. Da lì i camionisti dovevano attraversare il ripido Passo di Chillkoot – una scala di ghiaccio e neve che saliva di 300 metri negli ultimi 800 metri, rendendo impossibile il passaggio per i cavalli. I minatori dovettero portare i propri utensili con più viaggi.
A rendere questo viaggio ancora più difficile è il fatto che la Royal Canadian Mounted Police non permetteva a nessuno di entrare in Canada senza un anno di cibo e beni vari.
Questo voleva dire un carico di circa 900 kg a cercatore!
Chi riusciva a passare questo primo muro, si trovava di fronte ancora tre settimane di navigazione in barca sul lago Benett per arrivare a Dawson City. L’unico problema era che molti dovevano costruire in loco la proprio barca o zattera, ma tante si spezzavano sulle rapide.
L’estrazione dell’oro dalla miniera di Yukon era difficile come arrivarci. La maggior parte del materiale di interessa era situato 1 o 2 metri nel sottosuolo. Si poteva scavare solo in estate e comunque anche in estate il sottosuolo era molto duro come risultato delle temperature invernali che raggiungevano anche i -50° C.
All’inizio del 1900, i macchinari industriali (draghe) cominciarono a dominare la zona. Queste erano grandi macchinari di estrazione galleggianti che estraevano il materiale dai fondali del fiume depositandolo su macchinari che separavano l’oro più pesante. Il materiale di scarto veniva quindi espulso dalla parte posteriore. Fino a 24 di queste imponenti draghe operarono nello Yukon fino al 1950. Si stima che circa 350 tonnellate d’oro siano state recuperate nella zona.
fonti
http://www.questconnect.org/ak_gold_dredges.htm
http://www.questconnect.org/ak_klondike.htm
http://en.wikipedia.org/wiki/Klondike_Gold_Rush
10. Hishikari MIne (Giappone)
Nel XIII secolo, Marco Polo descrisse il Giappone come “la terra dell’oro” basandosi su ciò che intuì dalle numerose mostre d’oro, il palazzo del Re e le storie dei commercianti musulmani che incontrava.
Storicamente, la maggior parte dell’oro del Giappone è stato estratto da solo due miniere e nei primi anni ’80 non esisteva praticamente alcuna produzione commerciale d’oro nel Paese del Sol Levante.
Tutto cambiò nel 1981 quando la Sumitomo Metal Mining Co. ha scoperto i depositi d’oro più imponenti del mondo in quella che sarebbe diventata la miniera di Hishikari.
Le concentrazioni d’oro di questa miniera sono in media sei o dieci volte superiori a quelle tipicamente viste nelle miniere d’oro commerciale.
Il segreto di queste concentrazioni si trovava nella geologia vulcanica unica del Giappone. Negli ultimi milioni di anni, le tasche ingrossate di magma e di fluido idrotermale depositarono enormi vene verticali di oro e quarzo. Queste possono avere grandi dimensioni sino a più di 1 metro di larghezza, 120 metri di altezza e 100 metri di profondità. Finora, 87 di queste vene sono state individuate a Hishikari.
Negli ultimi 25 anni, la produzione della miniera di Hishikari ha più che raddoppiato i 400 anni precedenti di produzione dalle altre due miniere.
fonti
http://web-japan.org/nipponia/nipponia45/en/feature/feature11.html
http://search.japantimes.co.jp/cgi-bin/fl20011028a1.html
http://web-japan.org/nipponia/nipponia45/en/feature/feature10.html
http://www.mbendi.com/indy/ming/gold/as/jp/p0005.htm
http://web-japan.org/nipponia/nipponia45/en/feature/index.html